Mi chiamo Ginevra e voglio raccontarvi una storia, una storia che mi riguarda personalmente, e che forse potrà interessarvi: le vicende umane alla fine si ripetono allo stesso modo da sempre, e trarre qualche spunto di riflessione se non addirittura qualche insegnamento dalle esperienze altrui è sempre cosa saggia. Forse la mia premessa vi può sembrare pretenziosa, ma penso che gli avvenimenti che sto per narrare costituiscano un esempio lampante di come la mente umana non sia assolutamente lineare e razionale come tanti vorrebbero credere e che imparare a convivere con le proprie contraddizioni sia l’unico modo per rimanere in equilibrio su quel filo sottile che è la vita. Ora, però basta premesse filosofiche: è giusto che cominciate a conoscermi meglio.
Io, mio marito e il sesso di coppia
Mi sono sposata intorno ai 25 anni, e sono tuttora felicemente insieme a mio marito. Se il nostro rapporto è ancora vivo e ricco di passione ciò non vuol dire che lo sia sempre stato. Tutt’altro. Fino a qualche anno fa eravamo in crisi profonda, la classica crisi che avviene dopo qualche anno di convivenza, in cui vengono alla luce i difetti reciproci, e si percepisce il matrimonio come un ostacolo alla propria libertà individuale.
Spesso sono le piccole cose quelle che incrinano i rapporti di coppia, come per ricordarci che in fondo siamo tutti esseri individualisti non sempre così disposti a rinunciare al proprio piccolo tornaconto personale. Potrei raccontarvi centinaia di piccoli e stupidi aneddoti, ma non aggiungerebbero nulla al senso di questa storia, per cui preferisco soffermarmi su un unico grande ambito, autentica cartina al tornasole del nostro rapporto: la sfera sessuale.
Prima di conoscere mio marito ho avuto solo due fidanzati, e sono stati gli unici due con cui ho avuto rapporti sessuali. Al contrario, mio marito, si è dato parecchio da fare per cui quando è cominciata la relazione con me, aveva già abbondantemente sfogato tutte le sue fantasie.
Entrambi eravamo a conoscenza delle reciproche storie, ed entrambi avevamo trovato un nostro equilibrio anche nel rapportarci col nostro passato: lui era l’esperto, e io la giovane discepola che aveva solo da imparare. Questa situazione sembrava appagare entrambi, all’inizio avevamo una buona intesa sessuale, e tutto sembrava proseguire per il meglio finché un venerdì di marzo di tre anni fa successe un piccolo e apparentemente insignificante episodio che però ebbe ripercussioni inaspettate nel nostro tranquillo ménage.
La scoperta del sesso a tre
Mio marito si trovava all’estero per lavoro, e io sarei rimasta sola a casa quattro giorni. Ultimamente la mia vita sociale si era ridotta notevolmente, solo di rado uscivo con le due uniche amiche che frequentavo. Non lavoravo da circa un anno, per cui ero diventata a tutti gli effetti una “donna casa e marito”, la classica sexy casalinga insospettabile!
Da qualche anno avevo cominciato a frequentare siti porno e siti di incontri: i secondi più che altro per curiosità senza nessuna vera intenzione di conoscere altri uomini.
Mio marito ne era a conoscenza, e si faceva quattro risate insieme a me, ridevamo di alcuni annunci davvero improbabili e ci chiedevamo se fossero reali o ci fossero dietro “ghost writer” pagati appositamente per fingere di essere Mistress Luna piuttosto che Lucia la Battona.
In quel fatidico venerdì di marzo rispolverai il mio buon vecchio amico vibratore e decisi che avrei passato la serata in sua compagnia. E di qualche buon sito, ben fatto.
Pur non essendo né un sito di incontri né un sito porno, ne fui attratta particolarmente (la psicologia dei colori nel marketing insegna che il rosa abbia il potere di attrarre particolarmente il pubblico femminile… pensavo fosse uno stereotipo di quart’ordine, invece …chissà…) e mi sorpresi nel vedere quanta attenzione dedicassi ad ogni singolo articolo.
Alla fine mi soffermai su un articolo riguardante il sesso a tre, che lessi con particolare attenzione ed eccitazione: l’articolo analizzava la questione del sesso di gruppo da diversi punti di vista (consigliando siti, posizioni, locali per scambisti etc); ma non era tanto la mia parte analitica quella che veniva colpita dalle informazioni che stavo apprendendo. C’era qualcosa di inconscio che si stava muovendo, qualcosa rimasto troppo tempo nascosto che stava per venire fuori, o per meglio dire, esplodere.
Fu un attimo. Realizzai pian piano la cosa, ma tutto successe in un’attimo. La cara mogliettina poco esperta di sesso veniva piano piano surclassata da un’altra parte di me che non riuscivo più a dominare. Ci dormii sopra e mi svegliai bagnatissima, sapendo già cosa fare. Mi iscrissi velocemente ad un sito di annunci di donne che cercano uomini per sesso e la sera stessa aprivo la porta di casa a due sconosciuti. Ma soprattutto aprivo la mia vita a nuove possibilità che non potevo immaginare dove mi avrebbero portata: quello che potevo sapere era soltanto che nulla, dopo quella notte, sarebbe stato più lo stesso.
Credo sia piuttosto inutile soffermarmi sui dettagli di quella notte in cui per la prima volta nella mia vita scoprii i piaceri del sesso a tre: mi divertii a rievocare mentalmente le posizioni descritte nell’articolo, mentre le applicavo a dovere.
Il giorno dopo i miei due amanti occasionali vennero congedati senza troppi convenevoli. E lì cominciarono gli interrogativi. Cosa avrei dovuto fare con mio marito? Tacere su tutta la vicenda e considerare quello che era successo solo come un episodio da non ripetere? Ricominciare come se niente fosse successo? Eppure, questa soluzione mi sembrava veramente poco efficace. Non tanto per i sensi di colpa (non ne avevo, ad essere sincera), ma piuttosto perché non mi sembrava corretto nei confronti sia di me stessa sia di mio marito, mentire su questa parte di me che era emersa così prepotentemente. Ci pensai tutto il giorno, e ancora una volta il mio inconscio lavorò per me durante il riposo notturno. Il giorno dopo mi svegliai con un’unica soluzione possibile, che mi sembrò anche la più logica e la più corretta. Ne avrei parlato con mio marito.
L’inizio dell’avventura nel sesso di gruppo
Inizialmente per lui lo shock fu grande. Per alcuni giorni percepii chiaramente quanto fosse sconvolto. Poi, non si fece vedere per un’intera giornata. Tornò a notte fonda, e di fronte alle mie lacrime di ansia e preoccupazione, la reazione fu sorprendente: mi abbracciò, dicendo che mi capiva perfettamente. E aggiunse una cosa assolutamente inaspettata: anche lui, per la prima volta in vita sua, in quei quattro giorni fuori di casa, provò per la prima volta in vita sua un’orgia. Non una roba a tre, non un incontro a tre da dilettanti come il mio ma un’autentica orgia con i controcazzi: dodici persone, locale appositamente dedicato all’evento.
Lo guardai sconvolta, mi chiusi per un attimo in un mutismo pieno di rabbia, poi ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere: non ci eravamo sposati a caso, eravamo simili anche in questo, solo che fino a quel momento ancora non lo sapevamo.
Già il giorno seguente cercammo e trovammo un locale per scambisti e ci portammo la prima coppia a casa: erano giovani ed inesperti, l’ideale per un inizio soft. Fu una notte strana, ma ci divertimmo davvero tanto nello svezzare quei giovinetti.
Piano piano ci prendemmo mano e scoprimmo che fra tutte le tipologie di sesso di gruppo, quella che ci intrigava di più era il cosiddetto threesome molto più delle ammucchiate gigantesche con un sacco di persone.
Organizzare eccitanti incontri di sesso a tre diventò una piacevole passeggiata. A tre vivevamo infatti molto più intensamente la dinamica del piacere, soprattutto a livello psicologico, perché il nostro essere affiatati ci permetteva un controllo psicologico totale sul terzo, che poteva essere indifferentemente sia uomo che donna.
La maggior parte delle situazioni vissute sono state davvero intense e piacevoli, alcuni sono diventati “partner di letto” fissi, con altri addirittura abbiamo instaurato autentiche e sincere amicizie.
Ma la cosa più importante, forse l’aspetto che rappresenta meglio il senso di questa storia, riguarda il cambiamento che avvenne tra me e mio marito da quel momento in avanti. Ci eravamo sempre amati e rispettati, questo era sempre stato un punto fermo del nostro rapporto. Scopavamo da Dio e, apparentemente, non c’era alcun problema. Ma quello che ho capito, grazie a questa esperienza, è che quello che mi accadde quel venerdì rappresentò un autentico punto di svolta nel nostro rapporto: c’erano parti di me che non avevo mai espresso, e se le avessi tenute nascoste a mio marito, saremmo diventati presto una di quelle classiche coppie perfette fuori, ma piene di scheletri nell’armadio nella realtà.
Ho rischiato di perderlo è vero, ma ora sono doppiamente felice di aver osato, perché quello che mancava nella nostra relazione lo abbiamo trovato nel modo più inaspettato: essere complici nella meravigliosa strada che porta a conoscersi fino in fondo, senza paura di essere veramente se stessi.
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