L’ultima volta mi avevi detto che ti piacevano i segni dell’abbronzatura mentre accarezzavi soavemente le mie natiche e che ti sarebbe piaciuto tanto scopare il mio culo. E ti avevo detto: ‘eh ma mi fa male!’ E tu avevi risposto: “…non come faccio io!”. E tornando a casa non avevo smesso di pensare a quella sensazione meravigliosa delle tue dita leggiadre che stuzzicavano il buco del mio culo mentre mi scopavi da dietro e mi era venuta una voglia irresistibile di dartelo, il mio culo vergine.
E poi arriva il weekend e decidiamo di vederci domenica pomeriggio.
A pranzo ero fuori con una mia amica arrivata con un’ora di ritardo per un litigio con la coinquilina. Voleva raccontarmi i dettagli, parlare ancora un pò. Un tempo sarei rimasta, ma oggi no, proprio non posso, ho un appuntamento importante, le dico.
Arrivo a da te di corsa e trafelata. Hai lasciato la porta aperta sta volta e io sono entrata. Vieni verso di me con il tuo solito fare delicato, i tuoi jeans un pò morbidi sulle gambe e la maglietta a maniche corte bianca. Io indosso un vestito verde salvia con la scollatura a incrocio un pò corto e morbido sui fianchi. Ti piace tanto, l’ho notato da come hai inclinato il tuo sguardo ammirato verso destra quando ci siamo salutati, scrutandomi sorridente senza dire una parola.
Mi siedo e parliamo un po’. E ti osservo con attenzione mentre con la lingua lecchi il bordo della cartina per chiudere la canna che hai appena girato. Fumiamo e rido mentre ti racconto della mia vita frenetica, e dei mie vari appuntamenti e spostamenti da un punto all’altro della città, sempre dietro all’orologio che scandisce le mie giornate.
E poi ti avvicini verso di me e mi baci con la tua voce maschile e calda tirandomi giù quel vestito morbido in un solo colpo. Questa volta ti chiedo di sdraiarci sul letto e ci spostiamo nella tua stanza piena di vestiti arruffati e oggetti sparsi per terra.
E inizi a scoparmi prima davanti come è tuo solito e poi sono io girata con la faccia spiaccicata sul piumone aggrovigliato, mentre tu mi scopi da dietro col busto eretto, elegante come una gazzella. Ti spio sbirciando allo specchio difronte a noi ai piedi del letto. E poi mi lascio andare al tuo pene che accarezza dolcemente la mia figa facendola vibrare e accompagnandola in questa estasi lenta e sinuosa, avvolgendola in vortici di goduria che non finiscono mai. Tu che te la godi e io che me la godo lasciandomi andare ai tuoi spostamenti che assecondano il mio bacino, mentre sento ogni singolo muscolo interno alla mia vagina che si risveglia felice, in questa danza multipla di orgasmi di piacere.
Adesso sento le tue mani che accarezzano il mio sedere con circonduzioni lente, poi i tuoi pollici che affondano contemporaneamente tra la figa e il buco del mio sedere con pressioni alternate. Sento uno sputo sul buco del mio sedere che mi fa impazzire e poi le tue dita leggermente accavallate che entrano dentro a esplorare il mio sfintere, come un ladro che ruota la manopola di una cassaforte ascoltandola attentamente, per trovare la combinazione giusta. E poi sei titubante e mi dici: “facciamo un’altra volta?” E io dico: “no, vai ora!’’
E poi entri dentro di me, facilmente e con naturalezza. Provo un piacere più intenso e più appagante del solito, più carnale, una sensazione irresistibile di possesso quasi animalesco mente io continuo a sfiorarmi con la mano il clitoride e la figa svelandoti con gioia i tesori che nasconde la mia cassaforte.
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