Voglio raccontarvi quello che ci successe qualche tempo fa in crociera.
Ero con mia moglie, 35enne con cui mi sono sposato pochi anni prima. Eravamo senza figli all’epoca, per cui ci divertivamo spensierati.
Mia moglie e’ una moretta dal viso stuzzicante. Mi spiego meglio. Ha un visino dolce da verginella infilzata, ma allo stesso tempo provocante. Uno di quei visi che fanno rizzare il membro nelle mutande facendo desiderare per lei le cose piu’ porche.
Ma vorrei descrivervela meglio, cosi’ che possiate immaginarla facilmente.
Ha un’altezza di 1.72, seni piccoli con capezzoli desiderabili, cosce lunghe e sode, ben tornite (e, allora, abbronzate), un bel panettoncino che di dietro fa fare i piu’ luridi pensieri e, per chiudere, una bocca carnosa da pompinara, non oscena pero’, moderatamente carnosa, succhiabile come la sua lingua.
Questo che vi racconto sono riuscito a saperlo solo dopo circa un anno da lei, che voleva tenerlo nascosto, ma che, come capirete poi, venne alla luce per forza di cose.
Questo il racconto che lei mi fece e che vi passo.
Dunque eravamo in navigazione e ci stavamo divertendo a bordo, dove quel giorno e fino a sera tarda c’era una festa in costume. Centinaia di persone, travestite nelle piu’ svariate maniere che si incrociavano allegramente nei saloni, lungo le scale, nei corridoi.
Anche noi ci eravamo travestiti e giravamo per la nave.
Fu ad un certo punto che la persi di vista. Lei era vestita con un velo sul capo tipo orientale e un vestito bianco leggero con spalline sottili.
Cercai dappertutto, anche in camera pensando che fosse rientrata perche’ stanca. Niente.
Quello che le era successo fu che girando si era persa e non mi trovava piu’.
Era scesa ai piani inferiori dove si trovo’ improvvisamente nei corridoi dove alloggiano i camerieri e alcuni addetti alle macchine.
Smarrita e anche preoccupata, incrocio’ un paio di essi e disse loro che si era smarrita. Chiese come risalire per trovarmi. Uno dei due camerieri sorridendole disse “Adesso le facciamo vedere dove passare” e, dicendo questo la guidarono fino a una sala dove vari uomini stavano nel turno di riposo, seduti a bere presso dei lunghi tavoli.
Lei, come seppi dopo, resto’ sorpresa e anche intimorita. C’erano decine e decine di uomini, giovani camerieri e anche alcuni marinai.
Quando i due che l’accompagnavano chiusero la porta, lei giro’ con lo sguardo intorno. La stavano scrutando come lupi affamati, chissa’ da quanto tempo non scopavano e soprattutto non vedevano una bella figa come lei.
Il silenzio era pesante. Poi le fece cenno di tornare verso la porta, ma mani ansiose la sollevarono di peso e l’adagiarono su uno dei lunghi tavoli. La spogliarono racalcitrante, la tennero ferma.
Ad uno ad uno la possedettero violentemente, dappertutto. Conobbe le piu’ oscene pose, fu presa da vari contemporaneamente, mentre le dicevano le cose piu’ porche e la carezzavano dappertutto. La sua bocca fu succhiata e violata da lingue sconosciute, fu sodomizzata varie volte, dovette soddisfare con le mani e con la bocca cazzi vogliosi, duri, cattivi, che vomitavano dentro e sopra di lei una enorme quantita’ del loro seme.
Per ore fu in balia di quegli uomini che si soddisfecero tutti abbondantemente. Mi disse poi che le erano sembrati almeno una cinquantina.
Alla fine la trovai che era tornata in cabina e, dopo una lunga doccia calda, stava sul letto, scura in volto. Non volle dirmi nulla. Era addolorita alle cosce, in figa, nel culo e in bocca.
E non mi disse niente neanche mesi dopo, quando risulto’ incinta.
Ero felice perche’ pensavo fosse mio il figlio. Ma non c’erano illusioni da farsi. Quel figlio, come seppi, nacque dal cocktail di sborra che aveva ricevuto in fondo alla sua vagina dilatata…
Quando il piccolo nacque aveva un aspetto orientale, inequivocabile. Fu allora che lei mi racconto’ tutto piangendo. Il suo visino rigato di lacrime, implorante, rosso, mi aveva eccitato a morte. Glielo misi subito in bocca e la chiavai fino alla gola, dove scaricai la mia sborra con lunghi fiotti che lei ingoio’ avidamente. Non si era negata, anzi. Capii che era una donna da materasso, da chiavare sempre e da far chiavare.
Guido dice
Gran vacca! chissa’ quanto hanno goduto quegli uomini di fronte a una figa cosi’…
Pasquale dice
Una cinquantina che deve aver stragoduto!!