Un desiderio incompiuto
Quando mi sono sposato con Giada, ho pensato di aver preso quel famoso treno che passa una sola volta nella vita di ogni individuo. Non avrei potuto pretendere di più da quella donna dall’intenso sguardo sensuale, dal corpo armoniosamente disegnato senza alcuna sbavatura, dal cervello che sprigionava intelligenza da ogni parte e dai tanti punti ed interesse che avevamo in comune. Mi sono sempre ritenuto super fortunato e molto invidiato da una grande fetta dei miei amici che, in maniera poco elegante, dimostravano una sorta di irritazione perché ero riuscito a far innamorare la più bella del paese.
Giada ha un fisico perfetto che pur cercando di occultarlo vestendosi in un certo modo, non può non essere notato per la sua bellezza e questo, almeno dalle mie parti, è considerato per ogni maschio qualcosa che merita di essere apprezzato in un certo modo. Per fortuna sono un uomo che sa farsi rispettare e incutere timore in questi casi può risultare positivo in quanto elimina sul nascere qualsiasi tipo di problema.
Se dovessi assegnare un voto a mia moglie, però, non potrei darle un 10 e il problema è riconducibile solamente ad un difetto che macchia un rapporto ideale e quasi perfetto. Giada, sotto il profilo del sesso, è una femmina calda e provocante e davvero si presta ad ogni fantasia tranne una: non concede il suo culo. In tutti gli anni nei quali siamo stati insieme tra fidanzamento e matrimonio, non c’è stato verso di penetrare quel culetto tondo e sodo che tanto mi fa arrapare. Quando fidanzati, erroneamente ho supposto che voleva concedersi in modo anale solamente dopo essersi sposata ma mi sbagliavo. Anche diventata la mia signora, il culo l’ha sempre custodito che neppure una cintura di castità avrebbe potuto.
Ho tentato veramente di tutto, prima con la dolcezza, poi cercando la complicità trasgressiva, infine con ricatti e minacce ma non c’è stato verso di farla capitolare in nessun caso.
Purtroppo l’impossibilità di non vivere questo piacere, poco a poco è divenuta una vera e propria ossessione tanto che a volte credo di impazzire soprattutto quando vedo Giada girare per casa nuda, esibendo il culo come se fosse un premio destinato ad un solo vincitore.
Ho cercato anche di fare del training autogeno per togliermi dalla testa quella che per me appare essere come una irraggiungibile meta destinata a rimanere una utopia, ma non c’è stato verso…impossibile eliminare la voglia di poter avere una soddisfazione anale con mia moglie.
Ovviamente Giada è ben consapevole del mio cruccio e si sente in colpa per qualcosa che non riesce darmi ma è totalmente bloccata anche se cerca di compensare questo deficit mettendosi totalmente a disposizione per ogni altra mia fantasia legata al sesso. Il fatto è che qualsiasi cosa che faccio con lei non resetta il desiderio che, al contrario, lievita in maniera esponenziale producendo un senso di insoddisfazione che arriva a toccare livelli di criticità.
Trucchi ed escamotage per soddisfare il mio desiderio
Nel corso del nostro menage ho davvero tentato l’impossibile per convincere mia moglie a concedere il culo ma senza ottenere alcun risultato positivo. Questo però non mi ha mai fatto desistere dall’intento e sono sempre stato costante nella ricerca di escamotage e di trucchi per arrivare a conquistare quanto mi desideravo possedere.
Come accennato, ho tentato ricatti e dolci promesse, regali e minacce ma tutto si è dimostrato inutile ai fini del risultato finale che vedeva me sconfitto e Giada mantenere il suo culetto vergine.
Anche i tentativi partiti da lontano sono tutti andati a vuoto e non poteva essere altrimenti conoscendo l’astuzia e il forte intuito di cui è dotata Giada.
Poi un giorno, parlando con un conoscente, ho ascoltato quanto aveva fatto lui per conquistare il culo della ragazza che stava frequentando e ciò mi ha fornito delle indicazioni che ho voluto far mie per tentare l’ennesimo assalto al didietro di mia moglie.
Tutto si è consumato una sera d’autunno, quando i primi freddi si affacciano al calar delle tenebre approfittando dell’assenza di una vaga idea di sole.
Come tutte le sere, terminato il rito della cena e quel che ne consegue, siamo andati a letto. Giada, come al solito e conoscendo i miei gusti, aveva indossato un completino intimo da resuscitare i moribondi, composto da autoreggenti color fumèe, body di pizzo amaranto, tanga dello stesso colore. E come tutte le sere, sotto le coperte stava aspettando il mio assalto al quale avrebbe risposto con totale dedizione sia per compiacermi, sia per godere anche lei in quanto le piace il sesso in tutte le sue declinazioni.
Inusuale è stato il portare con me una bottiglia di bollicine ben ghiacciate e due flute che avevo messo in freezer. Con una scusa ho detto che dovevo festeggiare un successo lavorativo e che quella sarebbe stata una nottata speciale perché potevamo godere di vantaggi maturati grazie al business realizzato.
Stappata la bottiglia e versata una generosa dose a Giada, ho evitato di bere più di quanto occorresse ma premurosamente, riempivo il flute di mia moglie in continuazione fino a quando la bottiglia non restò vuota.
Giada si era trasformata grazie ai benefici fumi dell’alcool che non l’avevano totalmente stordita ma solamente resa allegra e con tutte le sue difese quasi completamente abbassate. Fu allora che iniziai un percorso circolare atto a convergersi sempre di più verso Giada, approfittando di quel suo momento di offuscamento.
Assunsi un atteggiamento molto dolce e pacato iniziando a dedicarmi a lei con una certa sensibilità che prevedeva coccole e carinerie di ogni tipo per aumentare il rilassamento delle sue difese e un certo reset mentale. Poi le slacciai delicatamente il reggiseno occupandomi di accarezzare le sue tette in maniera circolare come seguendo il loro profilo. Passai a leccarle i capezzoli che s’indurirono all’istante e, una volta divenuti turgidi, presi a succhiarli con una certa golosità, alternano anche dei calibrati morsetti con lo scopo di unire un poco di sofferenza al piacere e, nel mentre la mia testa era indirizzata verso il suo seno, la mia mano destra era penetrata all’interno delle sue mutandine per accarezzare la curata peluria che incorniciava la fica che ben conoscevo.
Passai ad essere più ardito mentre le davo baci passionali da togliere il fiato ad entrambi, esplorando la fichetta ma solo dopo aver titillato opportunamente le grandi labbra che non ebbero problema nel dischiudersi vogliose.
L’indice varcò la porta del piacere di Giada raggiungendo il grilletto che prese a molestare provocando ben noti sospiri e singulti di piacere. Successivamente l’azione si fece più ardita lasciando entrare anche altre dita all’interno di una vagina che si stava bagnando mentre sentivo la manina di Giada afferrare il cazzo già duro e pronto all’azione.
Con fare felino, Giada catapultò la testolina verso il mio inguine per ingoiare l’uccello predisposto a farsi spompinare per bene ma, nel contempo, anch’io cambia di posizione per arrivare fino a quella deliziosa fica che fino ad allora avevo toccato ed esplorato con tanto bramoso desiderio. Nella posizione del sessantanove ambedue eravamo intenti a saziarci di sesso orale, gustando in modo reciproco l’uno gli umori dell’altra e viceversa.
Obiettivo raggiunto e piena soddisfazione anale
Sicuramente grazie allo stato di abbandono provocato dalle bollicine e dal momento di intensa intimità che stavamo vivendo, mi resi conto che le barriere difensive di mia moglie si stavano lentamente abbassando in maniera costante e sarebbe stata solo questione di tempo a raggiungere finalmente a conquistare l’obiettivo.
Le dissi che volevo scoparmela alla pecorina per farla mettere in posizione, cosa che fece con la voglia di sentire il mio cazzo duro dentro di lei, e mantenni fede alle parole dette iniziando a penetrarla in maniera selvaggia perché sapevo che le piaceva essere sbattuta come una troia. Poi, in maniera inusuale rispetto al solito, le sussurrai all’orecchio che era una puttana che amava solamente essere scopata da ogni uomo. Fu come una illuminazione improvvisa che la eccitò in modo che non aveva mai esternato fino ad allora. Sentivo la sua partecipazione attraverso il suo corpo che si muoveva forsennatamente per sentire l’uccello dentro di se fino ad arrivare alle viscere. Continuai a sbatterla che era un piacere sborrando dentro la sua fica ma continuando l’avanti-indietro perché ancora eccitato dalla situazione e dal fatto che aveva abbondantemente squirtato inondando il cazzo, me stesso e il letto come se si fosse versata una damigiana d’acqua. Fu allora che estrassi dalla ficona bella aperta il mio uccello che lubrificato alla perfezione dagli umori nei quali era stato fino a quel momento, lo posai sull’orifizio anale che aveva sempre difeso in ogni modo possibile.
Questa volta, travolta dai sensi e, forse anche dall’alcol ingurgitato generosamente, non si oppose. Con delicatezza misi la cappella proprio all’entrata del culo, spingendola poco alla volta per conquistare centimetro dopo centimetro quel magico buco. Dapprima avvertii i muscoli reagire a mò di ostacolo ma, introdotta la cappella, questi si rilassarono totalmente permettendomi di penetrarla interamente e facendo scomparire il cazzo dentro di lei cominciando a muovermi lentamente per prendere confidenza con l’oscuro antro. Notai che nel frattempo Giada aveva preso a masturbarsi in maniera ossessiva addirittura immergendo tutta la sua mano nella fica per godere di quel doppio piacere. La stavo finalmente inculando con tutto me stesso alternando potenza e velocità per approfittare di quella opportunità che avevo finalmente conquistato non senza penare.
Riempii il suo culo di sborra che tracimò dalle fessure lubrificando ancor di più quanto non c’era più da lubrificare e continuando a stantuffarla per benino mentre Giada proseguiva il suo moto di piacere provocandosi una serie di orgasmi che parevano continuare all’infinito. Grazie al fatto che il mio piacere era già abbondantemente esploso, a quel punto potevo continuare a prenderla senza dovermi preoccupare di raggiungere l’orgasmo ma solamente di assaporare un piacere che proseguiva indomito con quel lento movimento che mi faceva conoscere ogni parete del suo culo sempre apostrofandola in maniera volgare dal momento che avevo compreso che quelle parole erano state la chiave d’accesso per avere il suo culo senza più alcuna remora.
Fu una intensa esperienza di sesso che aprì le porte ad una nuova sfera di piacere che entusiasmò mia moglie finalmente consapevole del fatto che anche godere in quel modo era una sfaccettatura che meritava essere vissuta e che concedeva una soddisfazione anale affatto trascurabile.
Da quella prima volta non fu più necessario aprire bottiglie di bollicine o di trovare escamotage per entrare in possesso di quel favoloso culetto che divenne ben disponibile a vivere nuovi emozionanti momenti di totale appagamento fisico.
Anzi posso affermare che da quel momento in poi fu la stessa Giada a chiedere di essere inculata in modo selvaggio a condizione di poter ascoltare di essere chiamata troia e puttana perché, a suo dire, anche l’orecchio vuole avere la sua parte di piacere e a lei soddisfaceva sentirsi definita in questo modo per saziare il suo recondito desiderio di sentirsi femmina a tutto tondo e a trasformarsi da mogliettina fedele in una vera maialina infoiata pronta a soddisfare le richieste degli uomini tra le quali emergeva quella di prenderlo in culo in quel modo così volgare ma tanto godurioso.
Solo dopo averla presa in quel modo e sapendo che non sarebbe stata la prima ed unica volta, mi sono finalmente sentito realizzato come maschio e come marito di una splendida donna che, come il dr. Jackill e mr. Hyde si sarebbe trasformata per approfittare di tutti i piaceri che solamente il sesso è in grado di offrire.
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