Amante del sesso da sempre
Il mio nome è Benedetto e posso considerarmi un uomo molto fortunato con le donne. Sarà perché ho sempre avuto un certo stile nel propormi anche se non sono bello, oppure sarà solamente perché finora ho sempre puntato donne dalle quali ho ricevuto un certo impulso chimico che mi diceva che ci sarebbero state, fatto sta che non ho mai ricevuto rifiuti da parte loro.
Mi piace divertirmi a letto senza addossarmi le responsabilità di un rapporto sentimentale e, sin dalla mia prima esperienza di sesso, la mia mente è stata dominata solo dal concetto di fare di tutto per godere.
Devo ammettere che la natura mi ha notevolmente aiutato in questo, dotandomi non solo di un cazzo importante a livello di dimensioni, ma anche di fornirmi una quantità di testosterone che mi consente di vivere performance intense e prolungate. Senza falsa modestia, mi ritengo un maschio con cui le donne non possono che godere grazie alle mie capacità.
Non mi sono mai posto obiettivi e neppure problemi di nessun tipo in fatto di sessualità anche se sono e rimango un convinto etero amante del sesso a tutto tondo.
Questa presentazione è l’incipit necessaria per comprendere un’avventura che mi ha visto partecipe, dapprima mio malgrado eppoi con convinzione, con la quale ho attraversato limiti che non ritenevo possibile. La causa si chiama Violetta.
La nuova collega d’ufficio Violetta
Quando apparve il capo con al suo fianco una bellissima giovane donna, le persone presenti in ufficio rimasero come abbagliate di tanta sensualità. Per meglio precisare, gli uomini furono colpiti da quel sinuoso fisico stretto in un tailleur da donna manager mentre le donne, inviarono sguardi incendiari di invidia.
Venne presentata Violetta come responsabile marketing ma, sinceramente, non afferrai molto di quanto stava dicendo il boss perché troppo preso nell’analizzare il corpo e il volto della new entry dell’ufficio.
Da conoscitore di sfumature femminili, mi risultò facile intuire autoreggenti di seta che lasciavano presagire un abbigliamento intimo particolarmente studiato per essere intrigante. Con un metodo acquisito grazie all’esperienza maturata, cercavo di visualizzare Violetta senza vestiti e sarei stato pronto a scommettere che portava una terza di reggiseno e che il suo petto era caratterizzato da scure aureole pronte ad indurirsi al primo delicato tocco di dita. Il culo, alto e sodo, disegnava un profilo davvero perfetto ed eccitante tanto che avvertii i classici formicolii nella zona pelvica che indicavano l’inizio di un certo stato di erezione che prontamente repressi senza farmi accorgere.
Inutile dire che la prima idea di tutti i maschi presenti era quella di come conquistare l’attenzione di quella donna in carriera che, pur trasmettendo tonnellate di sensualità, appariva totalmente algida e molto scostante.
Nelle settimane che da quel giorno trascorsero, molti miei colleghi avevano maldestramente tentato un approccio per tastare il terreno con Violetta ma tutti ricevendo l’identico due di picche che li aveva rimessi a posto con la coda tra le gambe.
Essendo una persona che si reputa intelligente e non volendo unirmi al coro dei perdenti, decisi che la bella responsabile marketing avrebbe potuto restare seduta sul suo trono perché a me, in fondo, non mi decideva nulla.
Nonostante questa arguta e protettiva filosofia, non potevo esimermi di guardarla per via di quel suo fascino che la rendeva unica ma anche inavvicinabile. In ufficio, messe in giro da chissà chi, iniziarono a circolare voci su Violetta che la volevano amante del capo con il quale, effettivamente, trascorreva molte ore per decidere strategie di comunicazione e dinamiche di mercato. Fosse o no vero, non l’ho mai saputo e d’altronde, neppure erano fatti che mi riguardavano in qualche modo.
Le settimane si tramutarono in mesi e mentre qualche illuso cercava di trovare il modo per conquistare la bella manager, io continuavo a fare il mio al lavoro e a vivere l’esistenza di sempre.
Un sabato per caso
Si lavorava duramente dal lunedì al venerdì per avere il fine settimana a disposizione ma, eccezionalmente per un cliente importante, avrei dovuto fare uno strappo alla regola e terminare un progetto prima del lunedì mattina allorquando sarebbe venuto il cliente in ufficio per sottoscrivere il contratto.
Questo mi mise nella condizione di recarmi al lavoro anche il sabato obtorto collo, ma un impegno era pur sempre improrogabile.
Il sabato mattina varcai la porta dell’ufficio della quale avevo le chiavi con poca voglia. Mi ero messo una pratica tuta da ginnastica per stare comodo, rinunciando al solito vestito dal momento che sarei restato da solo in un vuoto ufficio.
Accesi il computer per continuare il progetto sul quale stavo lavorando ma mi resi conto che non ero l’unica persona presente. Eppure era strano che ci fosse qualcuno in quel giorno di riposto mi dissi mentalmente prima di essere incuriosito da rumori provenienti dalla stanza della manager del marketing.
Inizialmente ero restio ad indagare ma, confesso che la curiosità fu così tanta, che rinunciai ad essere discreto e raggiunsi l’ufficio di Violetta. Tra me e me pensai come sarebbe stato ridicolo trovare il boss intento a scopare la bella dipendente, tanto più che era sposato…forse, la cosa mi sarebbe stato di utilità per la carriera. Mi resi conto che stavo volando troppo con la fantasia e presi il coraggio di aprire la porta.
La scena che si parò davanti era degna di uno dei video porno che girano sul web.
La bella Violetta era seduta sulla poltrona di pelle nera con le gambe arcuate posate sulla scrivania dirigenziale con la fica in bella vista che si stava masturbando con il collo di una bottiglia che era quasi del tutto scomparsa dentro il suo corpo squirtando che era una delizia. Con occhi socchiusi dal piacere che si stava provocando, non si era accorta della mia comparsa e continuava la missione di penetrarsi come se non ci fosse un domani.
Non ci avevo messo neppure un amen nel trovarmi il cazzo duro e pieno di voglia e proprio in quel mentre, la donna si rese conto della mia presenza.
Con voce roca mi invitò ad avvicinarmi e, una volta a tiro, estrasse il mio cazzo con assoluta decisione per portarlo alla bocca iniziandolo a succhiare con totale avidità.
La pompa che mi stava facendo fece lievitare l’uccello in modo ancor più esponenziale tanto che Violetta si rese conto di dover lavorare di bocca con un cazzo non propriamente ordinario ma super.
Sapeva succhiare e leccare con mestiere e scrupolosità ma vedevo il suo sguardo ogni tanto raggiungere il mio come per dirmi quando avrei sborrato. Ovviamente ignorava il mio grado di resistenza che, a differenza della maggior parte degli uomini, era un valore aggiunto rispetto allo standard. Continuò a succhiarmi mentre infilava ancora più a fondo quella bottiglia che le stava sfondando la fica poi, stanca di quel continuo lavorio, mi chiese di scoparla.
La presi facendola mettere a sedere sul divano di fronte a me ed infilzai quel caldo antro abbondantemente bagnato, iniziando a scoparla come sapevo fare fino a sborrarle dentro.
Sapevo che quello era solo il primo orgasmo che avrei vissuto durante quell’amplesso, tanto che senza sfilare l’uccello dalla sua fica, continuai a stantuffarla per bene per la sua soddisfazione.
Quella pipì versata male
Senza dirle nulla ma solo con un cenno d’intesa, Violetta si staccò da me mettendosi a pecorina con l’intenzione di farsi sfondare anche il culetto sodo. Quello che stavamo vivendo in quel momento era una perfetta dimostrazione di cosa può fare un’alchimia anche se non resa evidente sin da subito. Eravamo protagonisti di un copione non scritto che si stava dipanando minuto dopo minuto con perfetta armonia di intenti. Violetta era un’amante più che perfetta e una stupenda troia perennemente infoiata che non pareva saziarsi mai del mio cazzo che se la stava lavorando da un paio d’ore in tutti i modi possibili ed immaginabili. All’improvviso si staccò da quell’intreccio di corpi, inchinandosi davanti a me che ero rimasto in piedi e in modo imperioso mi disse di pisciarle addosso.
Non avevo mai ricevuto una richiesta così decisa e inusuale e, confesso, mi salì un attimo di imbarazzo. Per quante declinazioni ho vissuto in ambito di sesso, la cosiddetta pioggia dorata è stata una esperienza che non avevo mai fatto e che mi creava qualche problema per una sorta di ritrosia, forse riconducibile ad un mio stile di vita.
Non volevo tuttavia deludere quel bell’esemplare di donna focosa e, sforzandomi il più possibile, iniziai a farle la pipì addosso al suo corpo. Fu allora che Violetta mi disse di pisciargli dentro la bocca che aprì come un assetato che non beve da giorni. Il problema fu che avevo quasi esaurito quello che lei poi definì come tiepido nettare e nella bocca terminò veramente poca pipì.
Quel momento, però, mi eccitò nuovamente tanto da prendere Violetta per i capelli forzandola ad aprire la bocca per ingoiare ancora la mia verga tutt’altro che doma ma lei continuava a recuperare la pipì dal suo corpo con le mani per poi portarsele alla bocca per leccarle. Solo dopo aver terminato questa operazione, a mo’ di ringraziamento, succhio il cazzo come fosse una idrovora ingoiando tutto lo sperma profuso in quell’ennesimo orgasmo.
Esaurita la voglia di entrambi, restammo a fissarci senza dirci nulla anche se internamente, potevo sentire Violetta parlarmi della sua soddisfazione e del fatto che quel primo incontro non sarebbe stato l’unico specialmente dopo che avevo scoperto il suo vizio segreto di bere la pipì e di sentire il suo corpo praticamente bagnato di quel caldo fluido.
Risolto il problema di lavarsi seppur precariamente, finalmente iniziammo a parlare come se fossimo stati amici da sempre. Violetta mi raccontò che per quanti uomini avesse frequentato intimamente, io rispondevo alla sua esigenza di godere facendo del sesso in quel modo e per tanto tempo. Era rimasta favorevolmente sorpresa sia dalle dimensioni dell’uccello che dalla mia resistenza e voglia di godere. Aggiunse che mi aveva notato da tempo e che aveva apprezzato il fatto che non ci avessi provato apertamente come tanti altri colleghi d’ufficio e che, avendo saputo che sarei andato quel sabato in ufficio, mi aveva anticipato proprio per eccitarmi e vivere quell’intenso momento di sesso.
Ora che avevo dei riferimenti sui quali far conto, potevo saziare i desideri di Violetta irrorandole tutto il suo stupendo corpo con la mia pipì ma iniziando dalla sua bocca. Anzi, avrei in seguito preteso prima di farle bere tutta la pioggia dorata prima di infilarle il cazzo dentro la bocca bagnata per farmi fare un pompino con il quale iniziare il nostro momento di sesso no limits.
Il lunedì successivo, incontrandoci in ufficio, nessun collega si accorse che tra la sensuale responsabile marketing ed il sottoscritto fosse accaduto qualcosa di speciale, perché avevamo concordato di mantenere quella discrezione che solitamente si deve adoperare tra colleghi di lavoro.
Però posso aggiungere che spesso, durante le ore trascorse in ufficio, facevamo capitare l’occasione di incontrarci nella toilette dove le facevo bere un po’ di pipì in cambio di un bocchino o di una scopatina veloce.
Ovviamente devo ammettere che quella pisciata imprecisa e versata dove non avrebbe dovuto, ha portato fortuna facendomi relazionare con una donna intrigante che è capace di esaudire ogni desiderio di maschio con totale disponibilità e predisposizione. Anche se con Violetta, all’inizio non ho sentito l’arrivo del fluido magico, questo è giunto in un secondo momento e ha confermato la mia fortuna con il genere femminile.