Sono Giuseppe, un umile schiavo sottomesso a cui piace farsi umiliare dalle Mistress più severe e spietate. Mi ritrovai in un negozio di scarpe di lusso, attratto dalle vetrine piene di eleganti creazioni: ho il fetish per le scarpe femminili. Mentre osservavo le calzature esposte, notai una donna affascinante che si avvicinava con fare regale. Era Lady Lucilla, una Dominatrice famosa per la sua bellezza e fermezza.
Senza esitazione, si avvicinò a me e notò subito la mia debole risposta alla sua presenza. Mi sussurrò all’orecchio parole che solo io potevo sentire: “Tu sarai il mio schiavo personale, da umiliare come desidero… in pubblico, davanti a tutti”. Quei toni autoritari, mescolati ad una promessa di piacere proibito, mi misero subito in soggezione.
Lady Lucilla iniziò a provare diversi modelli di scarpe, facendomi inginocchiare accanto a lei. Ogni volta che i suoi piedi entravano in una nuova calzatura, mi ordinava di baciarli umilmente. Era una dolce tortura, un mix di umiliazione e desiderio che alimentava la mia passione sottomessa.
Il negozio si riempì di persone incuriosite dalla scena. Lady Lucilla non esitò a sfruttare la situazione, trasformando l’umiliazione privata in uno spettacolo pubblico. Mi fece sdraiare ai suoi piedi, mentre con voce chiara ed autoritaria, annunciò a tutti la mia posizione di schiavo sottomesso.
Le persone osservavano estasiati, alcune con sorrisi compiaciuti, altre con sguardi scandalizzati. Ma a me importava solo di soddisfare la mia Padrona Lady Lucilla. Mi umiliò ancora di più, facendomi leccare i tacchi delle sue scarpe in mezzo al negozio, mentre io ansimavo di piacere e vergogna.
Poi, per accentuare la mia umiliazione, Lady Lucilla si tolse le scarpe e mi ordinò di massaggiarle i piedi. Le sue dita agili sfioravano il mio corpo, mentre i suoi piedi morbidi sfregavano le mie parti più sensibili. La folla assisteva ad uno spettacolo audace, godendo della mia totale sottomissione.
Quando Lady Lucilla fu soddisfatta del mio servizio, mi concesse il permesso di alzarmi. Mi disse che avrei avuto l’onore di accompagnarla nella sua prossima sessione di dominazione. Ero felice di essere stato scelto, malgrado la vergogna ancora presente nei miei occhi.
Così, lasciammo il negozio insieme, sapendo che il nostro legame di dominazione e sottomissione sarebbe continuato ben oltre quell’umiliante esperienza. Ero diventato il giocattolo personale di Lady Lucilla, il suo cagnolino fedele e desideroso di soddisfare ogni suo capriccio, prigioniero del piacere che solo lei poteva donarmi.
Lascia un commento