Avevamo due anni di differenza, io 20 e lei 18.
Un visino ancora ingenuo, lentigginoso, col nasino all’insu’. Insomma poteva sembrare piu’ piccola di quello che in realta’ era. Il corpo minuto, ma con i suoi attributi sviluppati e ben distribuiti, anche se i seni apparivano ancora acerbi (ma proprio per questo eccitanti).
La sua era un’espressione che mi prendeva profondamente e, quando lei rideva con quella risata fresca, il mio ‘padrone’ ergeva la testa e scalpitava nei pantaloni.
Non ne potevo piu’. Non sapevo e forse non volevo resistere. Averla in casa, specie quando i miei erano al lavoro, mi eccitava moltissimo.
Piu’ di una volta la spiavo quando andava a fare la doccia. Il suo corpo liscio, armonioso, abbronzato,stimolava la mia fantasia piu’ lurida. E dovevo masturbarmi li’ fuori di quella porta, mentre il mio occhio godeva di quelle forme dalla serratura.
Un giorno che ero particolarmente teso, andai io a fare la doccia. Il mio arnese non ne voleva sapere di abbassare la testa. Era durissimo, dritto come un palo.
Non so perche’ la immaginai a spiarmi dietro la porta e mi rivolsi in quella direzione brandendolo con la mano, come per dirle “questo e’ tuo”.
Sentii improvvisamente uno scalpicio di piedi e immaginai che era corsa, piuttosto turbata, nella sua stanza dove la trovai intenta a leggere un libro.
Uscii dalla doccia e mi diressi da lei. Avevo solo l’asciugamani intorno alla vita e il mio gonfiore si notava da lontano. Poso’ il libro sul letto e rimase seduta a guardarmi silenziosa. Feci cadere l’asciugamani e il mio pene si erse come l’asta di una bandiera.
Lo avvicinai lentamente al suo visino. Mi guardo’ con quegli occhioni sgranati, sorpresa (ma forse non troppo). Glielo appoggiai alle labbra invitandola a baciarlo. Dapprima resistette o fece finta di farlo. Poi lo bacio’ dischiudendo le labbra. Fu allora che lo spinsi dentro piu’ che potevo. Le tenevo la testa con le mani e la chiavai in bocca con tanta voglia. Vedere quei suoi occhioni che mi guardavano spalancati, mentre mi succhiava il glande con impeto, fece si che venissi quasi subito.
Le riempii la bocca del mio seme.
Mi guardo’ con la bocca piena come per dirmi “che faccio ora?”.Le dissi di ingoiare il nettare del mio amore per lei. Cosa che fece, pulendomi poi la cappella con la sua lingua rosa.
Siamo rimasti amanti e siamo andati a vivere da soli con la scusa degli studi in un’altra Universita’.
L’ho amata in tutti i modi davanti e di dietro, fino a metterla incinta…
alessandro dice
secondo me non aspettava altro, troia!
Federico dice
cazzo che troietta la sorellina… la sborra se l’è presa proprio tutta!!!!!