Da un po’ di tempo mi capita di non riuscire più a vivere a pieno la mia vita, le giornate sono grigie e prive di emozioni, credo che sia un periodo momentaneo che capita a più o meno chiunque dopo il matrimonio.
Già, anche con mio marito le cose non vanno per il meglio. Con questo non voglio dire di certo che non lo ami più, anzi lo amo eccome, solo che a volte mi manca stare un po con lui, come facevamo quando eravamo fidanzati e passavamo giornate intere a letto a fare l’amore, senza avere la minima cognizione del tempo.
L’incontro
Quel giorno mio marito aveva la macchina dal meccanico per un problema alla pompa o non so che cosa, quindi ero io che dovevo scarrozzarlo in giro per fargli fare le sue commissioni e tra le altre cose dovetti andarlo a prendere dal parrucchiere. Andava sempre allo stesso salone da anni, ma c’era un nuovo ragazzo che tagliava i capelli. Ero lì, di fronte alla grande vetrata del salone da dove si vede tutto.
Eccolo lì, che tagliava i capelli a mio marito, si notava subito che aveva un certo fascino devo ammetterlo; come si muoveva, concentrato, vestito bene, con un gilet e una camicia bianca con le maniche arrotolate che scoprivano quelle braccia con le vene in risalto, e poi quel sorriso, stupendo! Gli caricava gli occhi di una luce ipnotica.
Mentre pensavo a tutto ciò ero scesa dalla macchina e mi ero recata nella sala d’attesa del salone. Mio marito aveva appena finito di farsi aggiustare i capelli e accompagnato al suo fianco dal parrucchiere mi chiese che ci facessi lì e perché non ero rimasta in macchina. Un po’ presa dal panico non sapevo cosa rispondere, ma prima che potessi dire qualsiasi cosa mi presentò al parrucchiere dicendo:-“Non credo vi conosciate. Ci penso io, lui è il nuovo ragazzo che mi taglia i capelli, ha talento”-.
Stavo sprofondando nell’imbarazzo e dissi semplicemente:-“Molto piacere”-.
E così si avvicinò a me e mi strinse la mano… Quella stretta, mio dio! Esclamava sicurezza, forza, virilità. Ne ero invaghita.
Chi fa da sé…
Passarono dei giorni, e non riuscivo a dimenticare quel ragazzo. Mio marito, per fortuna, non notò nulla di atipico in me, ma dentro stavo soffocando sotto mille pensieri. Io amavo mio marito, ma non riuscivo a togliermi quel momento dalla testa, cominciavo a sentirmi in colpa. Cominciavano a venirmi strane idee. Inutile dire che in questi giorni non feci l’amore con mio marito, come di consueto, tornava sempre stanco dal lavoro, e una volta a letto dopo qualche minuto già dormiva rivolto dal suo lato del letto, senza darmi attenzioni. Ne avevo bisogno, sentivo l’irrefrenabile voglia di provare piacere, di sentirmi viva. Allora andai in bagno, riempii la vasca con dell’acqua calda, e tirai fuori il mio giocattolo speciale. Ero distesa nella vasca piena d’acqua, sentivo le vibrazioni dappertutto; con una mano mi strofinavo il capezzolo e con l’altra tenevo il mio giocattolo dritto sul clitoride. Ma la cosa che mi faceva realmente godere, era il pensiero del parrucchiere avvinghiato al mio ventre che usava la lingua tra le mie cosce. Mi sono sentita in colpa, ma ero venuta come non capitava da anni ormai. Rimasi qualche minuto nella vasca ancora con i brividi e il tremolio in braccia e gambe, anche se l’acqua emanava ancora tepore.
Peccato celato, mezzo perdonato
La situazione andò avanti così per giorni. Non parlai con nessuno di tutto ciò, come potevo…
Avevo troppa paura di sentirmi giudicata, e pian piano sentivo che l’unico modo di placare il mio corpo e la mia mente era quello di incontrare di nuovo il parrucchiere.
Così l’ho cercato sui social.
Era stato abbastanza facile trovarlo grazie alla pagina del salone che pubblicava giornalmente foto e video con i tag. Avevo il batticuore quando aprii la chat, sentivo una strana sensazione che mi scorreva sotto la pelle della faccia. Ma dovevo farlo, gli chiesi di incontrarci per una piega.
Dopo qualche minuto mi arriva una notifica. Era lui, avevo il cuore a mille.
Mi rispose dicendo che era pieno per le prossime settimane.
Il pensiero più bello e sbagliato che potesse venirmi in mente prese forma nelle parole che stavo digitando sulla tastiera: gli chiesi se potessimo fare una piega a domicilio.
Lui accettò.
C’era stata subito una grande chimica tra noi, sin da quella stretta di mano.
Ci siamo visti a casa sua, nella tarda serata, dopo il turno. A mio marito dissi che uscivo con le amiche per un aperitivo e che sicuramente avrei fatto tardi, d’altronde come altro avrei potuto giustificare gli stivali in pelle nera che arrivavano al ginocchio e la gonna anch’essa in pelle con sotto dei collant scuri abbinati a una camicetta bianca con l’orletto.
Arrivata a casa sua, mi fece sedere davanti lo specchio del bagno della camera da letto, dove aveva tutta la sua attrezzatura. Mi feci fare la piega. Mentre mi toccava la testa e mi accarezzava i capelli, sentivo un’immensa energia che mi saliva da dentro e mi si bloccava allo stomaco. Mi stavo già bagnando e lui era ignaro di tutto. Quando finì con i capelli mi alzai. Ci guardammo negli occhi e prima che uno dei due potesse dire qualcosa cominciammo a baciarci.
Nel petto mi stava esplodendo qualcosa, non avrei potuto fermarmi nemmeno se l’avessi voluto. Usavamo la lingua, mentre ci sbattevamo a destra e a sinistra non curandoci delle cose che cadevano per terra. Mi mette subito una mano sul collo, delicatamente, e l’altra a stringermi il fianco. Dio come bacia bene.
Io gli toccavo le spalle e il petto; gli strappai pure la camicia, dovevo toccarlo. Gli iniziai a baciare il collo, aveva un profumo brunissimo. La sua mano dal fianco lentamente scese fino ad afferrarmi i glutei. Mi alza la gonna di pelle, e mi strappa i collant proprio all’altezza giusta. Poi, mi mise a sedere sul lavandino del bagno, e spostando le mutandine di pizzo iniziò a leccarmela. Con una mano mi graffiava la coscia, mentre con l’altra mi toccava il seno. Stavo impazzendo, i miei desideri erano diventati realtà.
Mi leccava il clitoride, con i ritmo perfetto, ero già tutta bagnata, ma ne volevo di più. Scendo dal lavandino e mi inginocchio davanti a lui, gli tiro giù i pantaloni e inizio a succhiargli il pene, lo sentivo crescere nella mia bocca, mentre gli facevo scorrere le labbra tutto in torno. Era durissimo e a stento riuscivo a prenderlo tutto in gola. Lo sentivo mentre godeva. Era giunto il momento.
Alzandomi lo spinsi fino a raggiungere il letto poco dietro. Lui seduto sul bordo, mi misi a cavalcioni su di lui. Lo spinse dentro e d’improvviso ebbi un momento d’estasi. Sentivo tutto, ogni singola parte di lui. Lo stringevo al petto e mi strusciavo su di lui mentre mi succhiava i capezzoli. Gli stavo bagnando tutte le gambe e il basso ventre, a lui piaceva da morire. Stavamo godendo insieme. Aumentai il ritmo, lui mi strinse forte in un abbraccio spingendomi verso di sé. Lo sentivo tutto dentro. Ansimavo sempre di più, cacciai urla di piacere. Mi dava degli schiaffi sulle natiche, e dopo tornava a stringermi forte. Sentivo che stavo venendo. Iniziai a tremare. Era come sull’apice di una montagna russa. Mi lasciai andare:-“sto venendo!”-. E lui:-“anch’io!”-. Eravamo uniti in un solo corpo. Siamo rimasti stretti l’una all’altro per qualche secondo prima di lasciarci andare. E’ stato bellissimo.
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